Come gestire le richieste di collegamento di Linkedin

Come gestire le richieste di collegamento su linkedin
Questo post è la naturale conseguenza di un articolo che ho pubblicato su Linkedin che partiva dal presupposto che secondo alcuni (me compreso) esistono contenuti che non dovrebbero stare su questo social.

I contenuti "vietati" su linkedin

Non credo esistano molti casi in cui un contenuto mi infastidisca. La mia linea è relativamente morbida. Ritengo che il mondo del business sia così variegato che non bisogna essere troppo schizzinosi nel giudicare come inopportuni i contenuti che leggiamo su Linkedin.

Pensiamoci: uno chef che si sta promuovendo pubblicherà foto di suoi piatti, e non posso sicuramente giudicare inopportuni tali contenuti.

Il vero problema, secondo me

Chi mi conosce, tuttavia, sa che sono assolutamente intollerante nei confronti di alcune prese di posizione fini a se stesse. Ad esempio trovo assolutamente fuori luogo che qualcuno esprima giudizi lapidari sulla medicina se non è un medico oppure che disserti di ingegneria se non è ingegnere. Insomma, odio chi soffre dell’effetto Dunning-Kruger e con astiosa incompetenza si proclama detentore della verità.

Altra tipologia di contenuti che mi fanno venire l’orticaria, sono i vari “condividi se sei indignato”: se su Facebook questi commenti a volte mi strappano un sorriso, su Linkedin scatenano in me istinti molto poco edificanti.

E QUINDI, COME POSSIAMO RISOLVERE LA QUESTIONE?

Parto dal presupposto che quando vedo un contenuto che mi infastidisce la colpa è mia. E il motivo è molto semplice. Tutte le piattaforme social ci propongono contenuti basandosi su algoritmi che, in estrema semplificazione, prendono in considerazione i nostri collegamenti e le nostre interazioni con tali collegamenti.
Condividi se sei indegnato
Quindi se Mario Rossi, amministratore della Gigi srl pubblica una foto del tipo “condividi se sei indignato” io la vedo per alcuni motivi:
  • Mario fa parte della mia rete
  • Io interagisco con i contenuti di Mario
  • Qualcuno della mia rete ha interagito (commentato, consigliato o condiviso) con quel contenuto.
La conclusione è che quell’immagine è la giusta punizione per i miei errori che dipendono esclusivamente su come gestisco la mia rete di collegamenti su Linkedin.

Vademecum per gestire la propria rete su Linkedin

Per non commettere più errori una sola cosa bisogna fare: curare con attenzione la nostra rete dei collegamenti. Ecco come faccio io: mi comporto da SNOB!

Pulisco la lista di contatti

Periodicamente scorro la mia rete alla ricerca di elementi non utili ai miei obiettivi

Chiedo la motivazione della richiesta di contatto

Se siamo già in contatto per lavoro, magari non sono così pretenzioso, ma in linea di massima voglio che mi si spieghi perché dovrei accettare una richiesta di collegamento.

Aggiungo sempre una nota quando richiedo un contatto

Personalizzare la richiesta di collegamento su linkedinSe ci pensi, inviare una richiesta di collegamento su Linkedin senza personalizzazione è come dare un biglietto da visita ad una persona e poi andarsene senza dire una parola: ha senso?

Sono un grammar-nazi

Sono il primo a fare refusi quando scrivo al pc. Questo articolo l’ho riletto varie volte ed ogni volta ho trovato un errore. Però, in una comunicazione professionale come quelle che avvengono su linkedin, sono molto più propenso a giudicare le persone dal modo in cui scrivono. Se nel tuo messaggio di presentazione ci sono più errori che parole (ed è successo) mi dispiace, non fai per me!

So di essere un estremista su Linkedin, quindi se hai un’opinione diversa sono pronto a leggerla!